PRESENTAZIONE
Un istituto di documentazione, di ricerca, di formazione
L’Istituto pavese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea (già Istituto per la storia del movimento di liberazione nella provincia di Pavia) è stato costituito nel 1956, con sede presso l’allora Istituto di Storia moderna e contemporanea dell’Ateneo pavese. Attualmente occupa alcuni locali assegnati nel complesso dell’ex S. Tommaso.
Già all’atto della sua fondazione, l’identità dell’Istituto si era precisata in una scelta di fondo, allorché ex partigiani, resistenti e uomini di cultura, superando le inevitabili diversificazioni politiche, decisero di impegnarsi con grande lungimiranza, per impedire la dispersione di archivi privati, di carte, di testimonianze, di immagini relative alla lotta di liberazione in provincia.
Successivamente, con la creazione dei primi strumenti di base, si puntò ad ampliare il quadro cronologico degli studi, a costituire una biblioteca specializzata (che oggi conta – comprendendo numerosi fondi speciali – più di 7.000 volumi, insieme a riviste correnti, testate storiche, stampa clandestina), a pubblicare le prime guide archivistiche, a promuovere una ricerca storica locale scrupolosa, senza scorrette concessioni a fini di parte, sempre attenta al riferimento alle vicende più generali e mai avulsa da significative ricadute didattiche. In sostanza si avviò uno scambio tra ricerca e didattica che da sempre a caratterizzato l’attività dell’Istituto, in una prospettiva etico-civile della quale permeare lo studio della nostra storia più recente.
La convergenza federativa con l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (oggi Istituto nazionale “Ferruccio Parri”. Rete degli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea) ha consentito all’Istituto, nel corso del tempo, di essere parte attiva di una rete nazionale, la cui originalità sta appunto nell’essere, contemporaneamente, luogo di documentazione, di ricerca storica e di proposta di formazione didattica su tutto il Novecento.
L’attività sin qui svolta (recupero e conservazione di materiali, ricerca e impegno didattico, rapporto costante con la scuola e il territorio) ha così concorso a qualificare l’Istituto pavese nel panorama degli enti locali di ricerca, affermandone la centralità e un ruolo assolutamente originale.
Gli insostituibili legami, nell’attività e nelle figure di riferimento, con il Dipartimento di Studi Umanistici, nonché con Centri e Istituti storici dell’Ateneo pavese (ribaditi e formalizzati da un’apposita convenzione) ne hanno accompagnato la storia, accreditandolo per autorevolezza e rigore scientifico, fino a farlo diventare – proprio per la ricchezza e la qualità dei suoi archivi – un interlocutore essenziale del Sistema archivistico della nostra Università.
Affiancando all’obiettivo prioritario (quello di salvare dalla distruzione e dalla dispersione preziosi materiali cartacei e fotografici) una ricca produzione scientifica e un’intensa attività didattica, l’Istituto pavese ha finito per identificarsi agli occhi di molti protagonisti della vicenda locale degli ultimi decenni con il “depositario ideale” della memoria storica provinciale di età contemporanea nelle sue diverse forme, tanto scritte quanto orali o audiovisive, proponendosi, altresì, come peculiare centro di ricerca e di documentazione per la storia pavese del ‘900.
La paziente e meticolosa raccolta di materiale documentario di varia specie si è rivolta, in prima istanza, alla storia della Resistenza, della lotta di Liberazione e della ‘guerra civile’, per estendersi progressivamente a tutto il Novecento, prima e dopo la seconda guerra mondiale, non senza preziosi agganci con gli ultimi decenni dell’Ottocento e con gli anni della difficile costruzione dello stato unitario.
Dopo la raccolta, nei primi anni di vita, in fotocopia o microfilm, di fonti documentarie depositate nei maggiori archivi nazionali (con particolare riferimento, tra il ’19 e il ’46, al fascismo, al neofascismo e alla resistenza), si sono condotte capillari indagini negli archivi comunali e parrocchiali; si son acquisite le carte personali di protagonisti, a vario titolo, della vicenda storica locale; si sono avuti in donazione consistenti fondo librari; si sono aggiunte alle fonti ‘nazionali’ quelle conservate negli archivi statunitensi, inglesi e tedeschi; si sono promosse iniziative che hanno permesso di recuperare un materiale fotografico eccezionale per quantità e qualità.
Soprattutto è partita – fin dai primi anni Settanta, per continuare negli anni successivi – un’operazione di grande respiro intesa a dar (e conservare) voce ad attori non solo della resistenza, ma della conquista fascista del potere nei primi anni Venti e poi del regime (e dell’opposizione negli anni Trenta), intendendo per attori non solo le élites (squadristi, dirigenti politici o comandanti partigiani che fossero), ma i testimoni più o meno attivi , e senza preclusione di sorta, di quelle vicende, fino a costituire un vero e proprio archivio per la storia sociale della provincia nell’ultimo secolo.
La lunga tradizione nella Didattica della storia degli Istituti storici dell’Ateneo pavese ha sempre trovato, fin dagli anni Settanta, un interlocutore prezioso nell’Istituto pavese, attraverso l’opera dei docenti, in un rapporto, per così dire, simbiotico con l’Università, così come nella messa a disposizione per le attività didattiche e formative di tutto il patrimonio documentario e librario.
AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE
CARICHE SOCIALI
PIERANGELO LOMBARDI, presidente
MARINA TESORO, vice-presidente
ELISA SIGNORI, direttore
MARIO ALBRIGONI, segretario ERNESTINA RAFFALDI, tesoriere
Componenti del Consiglio direttivo:
MASSIMO CASTOLDI, GIULIA CELEGATO,
OSVALDO GALLI, RAFFAELLA PIAZZARDI,
SARA PIZZI, ANDREA POZZETTA, GABRIELE ROSSINI