ARCHIVIO

Il patrimonio.  L’Archivio cartaceo comprende oggi 1547 schede relative a 31 fondi archivistici per un totale di 609 faldoni e 3368 fascicoli (più 26 bobine di microfilm per 30.000 fotogrammi); la Fototeca 1200 schede per 10 fondi, 13.000 fotografie e 92.000 negativi; l’Archivio Fonti orali 24 bobine e 359 audiocasette, digitalizzate e trasferite su CD; la Videoteca comprende videoregistrazioni, registrazioni, filmati originali; l’Archivio delle tesi di laurea raccoglie circa 200 tesi (di cui 179 catalogate).

Le carte. L’Archivio cartaceo  è descritto in 1547 schede relative a 31 fondi archivistici per un totale di 609 faldoni e 3368 fascicoli (più 26 bobine di microfilm per 30.000 fotogrammi). L’archivio   si è arricchito, in questi ultimi anni, di importanti fondi documentari. Ai materiali, già consistenti, raccolti nei primi decenni di vita dell’Istituto (già segnalati nella Guida agli archivi della resistenza. Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Roma 1983, pp.431-42), sono andati via via aggiungendosi fondi e archivi completi, carte e documenti depositati da singoli, enti e associazioni.

Archivio fotografico. I dieci fondi della Fototeca, raccolti in 975 buste, sono descritti in 1200 schede, per un totale di più di 13.000 fotografie e 92.000 negativi.  Tra il 1984 e il 1986, il grande progetto didattico-scientifico “Trent’anni di storia nostra” è stato all’origine della costituzione della sezione archivistica. Settantadue mostre locali che hanno coinvolto scuole, biblioteche, direzioni didattiche e comuni di tutta la provincia e la mostra pavese conclusiva del 1986 hanno consentito e favorito il recupero capillare di un patrimonio documentario eccezionale, successivamente confluito, per la maggior parte, a costituire il nucleo centrale della fototeca (cfr. Guardare la storia. Catalogo della mostra fotografica “Trent’anni di storia nostra” in “Annali di storia pavese”, 12-13, Pavia 1986).  A questi sono da aggiungere i materiali provenienti dai più importanti archivi fotografici della provincia: gli Archivi Chiolini e Nazzari di Pavia e l’Archivio Cicala di Voghera.  Completano la fototeca tre fondi specifici (Fondo Frediani; il Fondo Vivanti;il Fondo Cilo Muggetti). Restano, infine, da segnalare le numerose fotografie allegate ai singoli fondi cartacei. Quasi sempre si tratta di poche immagini allegate alle varie carte personali; le uniche eccezioni di rilievo, tale da configurarsi come vero e proprio corpus fotografico autonomo, sono attinenti al Fondo Deportati, che raccoglie nelle singole cartelle le foto dei 98 deportati della provincia e all’Archivio della Federazione pavese del PCI.

Archivio Fonti orali.   Senza nulla togliere all’importanza delle altre sezioni dell’Archivio, la raccolta di fonti orali ne costituisce sicuramente un segmento davvero prezioso ed esclusivo. Si tratta, complessivamente di 24 bobine e 359 audiocasette, digitalizzate e trasferite su CD, con le relative trascrizioni  – per lo più registrate in audio, ma con alcune decine filmate in video – frutto del sistematico lavoro avviato agli inizi degli anni ’70, che ha coinvolto più di un migliaio di protagonisti e testimoni, a vario titolo, della vicenda politica, economica, sociale, religiosa locale (e non solo locale) di questo secolo.   Alla memoria si sono così potute conservare e tramandare voci di figure ormai scomparse, testimoni che, in tal modo, hanno provveduto a consegnare una documentazione unica e irripetibile. Grande flessibilità di metodo entro cui le operazioni di raccolta si sono svolte e sforzo continuo di adattamento alla grande varietà di situazioni che si andavano man mano presentando hanno caratterizzato la costruzione dell’Archivio. Ancora una volta ricordi e storie di vita di testimoni e protagonisti, di dirigenti politici e militanti, hanno permesso di riannodare le fila di una memoria non altrimenti ricomponibile, sullo scenario di un Paese in tumultuosa trasformazione, laddove il rapporto tra soggetto politico individuale e collettivo e il sempre mutevole nesso centro/periferia servono a richiamare, nei diversi “passaggi di fase” dei decenni appena trascorsi, molteplici ed essenziali aspetti di un’approfondita lettura della società locale e del territorio di riferimento.

FONDI ARCHIVISTICI

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Buste: 172

Fascicoli: 756

Il fondo è costituto dall’archivio della Federazione comunista pavese, donato nel 1993 dai dirigenti il Partito Democratico della Sinistra di Pavia all’Istituto pavese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. L’intenzione era quella, naturalmente, seguendo le parole di Carlo Porcari, allora segretario provinciale del Pds di Pavia, di rendere consultabile a tutti coloro che lo desiderassero una mole documentale di grande valore, rendendola patrimonio storico comune. Il primo segretario della Federazione Pavese fu Beniamino Zucchella, che rimase in carica fino al 1947. Da allora, fino al 1989, anno di scioglimento del Pci, varie furono le personalità, non tutte pavesi, che si avvicendarono alla carica di segretario. Il fondo consta di 172 buste di materiale cartaceo e di varia documentazione audiovisiva e fotografica originale. L’intervento di riordino si è svolto in varie fasi, a partire da un primo ordinamento di massima del materiale conservato presso la sede della Federazione comunista pavese, sita in viale della Libertà, 17, dove era giunto a seguito dei diversi traslochi, passando dagli uffici dell’avvocato Sinforiani e dal Broletto, in cui era stato depositato nel periodo 1945-1960 e, poi, dalla sede in via Azzario, 12. Le carte sono state rinvenute nel locale cantina, in uno stato di totale disordine e in condizioni ambientali potenzialmente dannose, data la mancanza di aria e la forte umidità. In un secondo momento il materiale è riesaminato e si è operata una suddivisione delle carte in base alla struttura organizzativa della Federazione, individuando gli organismi dirigenti e le commissioni che costituirono l’asse portante del Pci pavese. Relativamente al materiale non direttamente riferibile alla struttura del partito stesso, ossia le carte dei congressi e le testimonianze audiovisive e fotografiche, si è provveduto a una catalogazione su base cronologico-tematica. La documentazione contenuta nel fondo copre il periodo dal 1945, anno della fine del secondo conflitto mondiale e di iniziale riassestamento della fisionomia politica italiana dopo la caduta del fascismo, al 1989, con brevi esiti fino al 1990. La scelta del termine cronologico finale risulta obbligata, trattandosi della data di chiusura di un periodo storico epocale, quello della vita del Pci, e della nascita di un nuovo soggetto politico, il Partito democratico della sinistra. Le testimonianze comprese in questo fondo, perciò, risultano essere utili per lo studio di un partito che ha concluso il suo ciclo. Il materiale è stato suddiviso in tre grandi aree tematiche, riguardanti gli organismi dirigenti, le commissioni di lavoro e documentazione varia. Nella prima sono stati riordinati i fascicoli contenenti le carte che hanno come principale riferimento gli organismi della Federazione: il Segretario, eletto dal Comitato federale e massima responsabilità della Federazione; la Segreteria, eletta anch’essa dal Comitato federale e avente compiti esecutivi; il Comitato direttivo provinciale, eletto dal Comitato federale con funzioni di direzione e deliberazione nel periodo intercorrente tra un Comitato federale e l’altro; il Comitato federale, eletto dai congressi con potere deliberante; la Commissione federale di controllo, eletta dai congressi con compiti di controllo sull’attività degli altri organismi dirigenti e del partito in generale, in merito a questioni di ordine morale, di comportamento e di rispetto della linea politica decisa dai congressi. Nella sezione riguardante le Commissioni di lavoro, ciascuna coordinata da un responsabile e costituita da un numero variabile di militanti, è stato inventariato il materiale relativo alle varie commissioni nate, in anni diversi, all’interno della Federazione pavese: Organizzazione, Lavoro di massa, Economia, Stampa e propaganda, Enti locali, Sanità e sicurezza sociale, Commissione femminile, Scuola, Università, Cultura, Problemi di stato, Europa, Problemi internazionali, Scuola di partito e lavoro ideologico, Amministrazione, commissioni varie. Infine nella terza sezione è stato catalogato materiale di varia provenienza, quale le carte relative ai congressi, ai rapporti con le altre forze politiche, alla Federazione giovanile comunista italiana (Fgci), alla Federazione pavese per gli anni 1980-1989; consistente è anche il materiale audiovisivo e fotografico (163 diapositive e fotografie, 37 pizze e bobine). L’archivio del Pci di Pavia conserva anche, come fondo aggregato, le carte di Giuseppe Guernoni, responsabile della Commissione Enti locali negli anni Cinquanta, poi assessore provinciale e, negli anni Novanta, sindaco di Zinasco.

Nota bibliografica: Fiori Alessandra (a cura di) Per una storia del Partito Comunista Italiano, Pavia, META comunicazione, s.d. (ma1993), p. 76

Compilatore: Case Chiara e Zelaschi Anna 2004

Buste: 271

Fascicoli: 1500

L’archivio della Democrazia cristiana di Pavia, è stato depositato presso l’Istituto dal Segretario provinciale del Ppi, Daniele Bosone, tra il 1994 e il 1995, dando corso alla deliberazione dell’anno precedente della Segreteria provinciale Dc, guidata da Luigi Maggi. Il fondo, costituito da circa 270 buste e da poco più di 200 mila carte, raccoglie la documentazione relativa al partito della Democrazia cristiana di Pavia e provincia a partire dal 1945, fino ai primi anni Novanta. Le carte riguardano le sezioni territoriali (corrispondenza del segretario sezionale, verbali d’assemblea sezionale, attività di propaganda, comunicazioni varie, ecc.), i vari segretari provinciali susseguitisi negli anni e l’attività della Dc a livello nazionale, espressa dalle comunicazioni dei vari dipartimenti (Organizzativo, Elettorale, Propaganda sviluppo e immagine, Formazione, solo per citarne alcuni esemplificativi) e dei vari dirigenti il partito. La documentazione è costituita in massima parte dalla corrispondenza tra le sezioni, la sede provinciale e la sede nazionale, da materiale elettorale politico e amministrativo (volantini propagandistici, manifesti, ecc.) e da carte riguardanti convegni e congressi e, meno numerose, carte relative a comunicazioni dei Movimenti Femminile, Giovanile e Anziani, articolazioni autonome e con propri statuti, nonchè alle associazioni cattoliche quali: Acli, Cud, Gad, Apc. Del fondo fanno parte anche pizze cinematografiche e cassette VHS di propaganda. Le carte depositate erano ordinate secondo un criterio di archiviazione liberamente scelto dalla dirigenza locale della Dc per facilitarne l’uso: alcune buste seguivano un ordine cronologico, altre un ordine tematico (ossia con il richiamo al Dipartimento, al convegno, al congresso e così via). Tale catalogazione è stata mantenuta per rispettare il valore di documentazione storica attribuibile al fondo, creando le serie che si rifanno all’organizzazione interna del partito stesso (Organi costituenti, Segretari nazionali, Regionali, Provinciali e sezionali, Dipartimenti vari, congressi, convegni, varie) come stabilito dallo Statuto e che forniscono un quadro piuttosto esauriente dell’andamento della Dc a livello provinciale e nazionale durante cinquant’anni di storia italiana.

Nota bibliografica: Poggio Chiara (a cura di),Per una storia dei partiti nella provincia di Pavia: la Dc negli anni della Ricostruzione (1948-1952), Pavia, Università degli Studi, A.A.2000-2001, p.196;
Nota bibliografica: Inzoli Anna Ines, Per una storia dei partiti in provincia di Pavia. La Dc negli anni della Seconda Legislatura (1953-1958), Pavia, Università degli Studi, A.A.2000-2001, p.212.

Compilatore: Zelaschi Anna 26/04/2004

Buste: 6

Fascicoli: 46

Il fondo è stato donato a più riprese da Giuseppe Frediani, a partire dagli anni Ottanta. Frediani (S.Miniato, 2 luglio 1906 – Milano, 1997) giovanissimo, nel giugno 1921, intraprende la carriera politica iscrivendosi ai fasci di combattimento. L’anno successivo partecipa alla marcia su Roma. Laureatosi in Scienze agrarie nel 1929 e assistente di Giuseppe Bottai, direttore della rivista “Il Campano”, fondata da Giovanni Gentile, tra il 1930 e il 1934, riveste la carica di segretario del Guf di Pisa, e matura l’intenzione di ritirarsi a vita privata per esercitare l’attività professionale di funzionario dell’Associazione agricoltori pisani e per occuparsi delle proprietà terriere di famiglia a Pomarance. In seguito, però, alla nuova linea politica di Mussolini, atta a rinnovare il partito mediante la sostituzione dei vecchi gerarchi squadristi con giovani camerati di formazione universitaria, Frediani viene nominato segretario federale di Verona il 21 maggio 1934. Nel marzo 1935 è costretto, in seguito all’improvviso e inaspettato ordine del segretario nazionale, a trasferirsi alla guida della Federazione dei fasci di Pavia a sostituire Annibale Carena, giovane federale annegato nelle acque del Ticino il 18 marzo di quell’anno e a Frediani vicino per essere sostenitore della nuova linea politica rinnovatrice. Il fondo, che consta di materiale cartaceo, fotografico e di una serie di filmati, è proprio relativo all’attività svolta dal Frediani tra il marzo 1935 e il febbraio 1939 in qualità di segretario politico della Federazione dei Fasci di combattimento di Pavia. Il fondo era ordinato, raccolto in faldoni e diviso in fascicoli: struttura rispettata nel riordino avvenuto nel 2000. Il fondo è costituito prevalentemente da corrispondenza tra il federale e varie personalità. Le fotografie (più di 1000, ordinate in album) riguardano iniziative sociali e ricreative intraprese dal federale durante la sua permanenza a Pavia, in particolare riguardano le colonie alpine, marine elioterapiche. I filmati (22 bobine per una durata di 102′) tutti senza sonoro, si riferiscono a momenti di vita quotidiana della popolazione di Pavia e provincia senza tralasciare episodi nazionali quale la visita di Mussolini nel 1933 in città. Al fondo appartengono altresì due documenti redatti dal federale stesso: un dattiloscritto di memorie (marzo 1934-dicembre 1942) e un diario olografo (28 ottobre 1941-28 ottobre 1942). .

Nota bibliografica: Vercesi Maria Teresa (a cura di), Fonti e materiali per una storia del fascismo pavese: l’archivio del federale Giuseppe Frediani (1935-1942), Pavia, Università degli Studi, 2000.

Compilatore: Meriggi Nadia 09/07/2002

Buste: 16

Fascicoli: 49

Il fondo è stato costituito tra il 1990 e il 1996 donato da vari protagonisti dei movimenti studenteschi di Pavia. Comprende materiali (in particolare volantini, riviste e verbali di assemblee) di: Movimento studentesco, Lotta continua, Potere proletario e della Pantera. E’ suddiviso in varie sezioni che prendono il nome dai donatori stessi delle carte: Renzo Quoex, Silvia Andreani, Sergio Saviori, Rino Rocchelli e Guido Crainz. E’ materiale che riguarda la contestazione a livello nazionale, ma anche la contestazione pavese in particolare con i volantini e i verbali delle assemblee della facoltà di Lettere e filosofia fin dai suoi esordi del novembre 1967. .

Nota bibliografica: Carena Claudio (a cura di),Dal Sessantotto alla “Pantera”. L’archivio “Movimenti Studenteschi” dell’Istituto pavese per la storia della Resistenza e dell’età Contemporanea, Pavia, Università degli Studi, 2001

Compilatore: Meriggi Nadia 09/07/2002

Buste: 8

Fascicoli: 40

Luciano De Pascalis (Pola, 20 luglio 1923 – Pavia 25 ottobre 1994), conseguita la maturità classica nel 1942, nello stesso anno viene chiamato alle armi nell’esercito tedesco. Per evitare l’arruolamento, entra volontario nella X Mas, scelta che gli permette di lasciare Pola e di continuare gli studi, senza però prendere mai parte ad azioni militari. Laureatosi in Giurisprudenza a Roma nel 1946, si avvicina al Partito d’Azione e, al suo scioglimento, si iscrive al Partito socialista partecipando, nel 1948, al congresso di Roma in rappresentanza della Federazione di Firenze. Dal 1949 è a Pavia dove dirige il settimanale della Federazione “La Plebe”; nel 1950 diviene segretario del Psi provinciale e ne cura la riorganizzazione sul territorio; consigliere comunale nel 1956, è chiamato nello stesso anno alla Direzione del partito. Membro della Commissione Bilancio e programmazione della Camera durante la IV Legislatura (1963 – 1968), dai primi anni Settanta è alla Direzione dell’Ufficio affari esteri del Psi e amministratore finanziario del partito e, negli anni Ottanta, vicepresidente del Ipalmo. Il fondo è stato donato nel 1996 dalla moglie Michela De Pascalis. La documentazione raccoglie carte personali e di partito, ritagli stampa, opuscoli e fotografie. Si segnala la corrispondenza di De Pascalis con Francesco De Martino.

Nota bibliografica: Buzzi Daniela (a cura di),Per una storia del Socialismo pavese. Le carte di Luciano De Pascalis (1949-1994), Pavia, Università degli Studi, 2001

Compilatore: Meriggi Nadia 09/07/2002

Buste: 7

Fascicoli: 43

Il fondo consta di 4372 carte, raccolte nel corso degli anni, per motivi di ricerca, da vari rappresentanti dell’Isr di Pavia. Il materiale, formato da originali e copie, è stato suddiviso in quattro serie: diari parrocchiali; diari storici delle brigate e memorie di partigiani; diari e memorie di deportati e internati nei campi di concentramento; varie. Per la sua consistenza e importanza si segnala il diario di don Luigi Serravalle, in fotocopia, il cui originale, proveniente dalla parrocchia di Robecco Pavese, è andato in parte perduto. .

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di),Guida agli archivi dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nella Provincia di Pavia, in Guida agli archivi della Resistenza, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1983, pp. 433-442

Compilatore: Chiara Case 07/2003

Buste: 2

Fascicoli: 16

Il fondo consta di 850 carte in fotocopia, tratte da originali depositati presso l’Insmli di Milano e gli archivi comunali di Vigevano e Voghera. Costituito alla metà degli anni Settanta contiene documenti di vario genere (verbali di sedute, statistiche, contabilità) relativi per lo più al Cln di Pavia e di Vigevano, di Voghera e di altri Cln della provincia.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo,I CLN e la ripresa della vita democratica a Pavia, Pavia, La Pietra, 1983, p.209;
Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di), Guida agli archivi dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione nella Provincia di Pavia, in Guida agli archivi della Resistenza, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1983, pp. 433-442.

Compilatore: Case Chiara 05/11/2003; revisore Milani Carlo

Buste: 2

Fascicoli: 10

Nel fondo sono conservati i documenti, per la maggior parte del periodo successivo alla liberazione, relativi all’attività e alle operazioni del raggruppamento brigate di pianura Furini-Covini, appartenente alle brigate Garibaldi e operante nella Valle Staffora. Le carte comprendono relazioni, rapporti, elenchi e dichiarazioni, prodotti da o indirizzati al raggruppamento, recanti anche notizie relative a singoli partigiani, quali il comandante Giuseppe Penko, Berto, e il commissario di guerra Francesco Alberici, Afra. Si segnala, inoltre, la raccolta di denunce anonime anticomuniste e le testimonianze relative a contabilità varia (pezze giustificative, ricevute, giornale di contabilità). Il riordino ha seguito la disposizione originaria delle carte, intervenendo con spostamenti solo dove ritenuto strettamente necessario.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di),Guida agli Archivi dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nella Provincia di Pavia, in

Compilatore: Case Chiara 18/07/2003; revisore Milani Carlo

Buste: 2

Fascicoli: 6

Il fondo è costituito da 937 carte in fotocopia provenienti da originali depositati presso l’Istituto Gramsci di Roma e da riproduzioni conservate presso l’Insmli di Milano. La documentazione riguarda testimonianze diverse e riservate, relative alle varie brigate e divisioni appartenenti alle brigate Garibaldi e operanti nella zona dell’Oltrepò pavese. Le brigate d’assalto Garibaldi avevano preso vita il 20 settembre 1943, all’indomani dell’armistizio, quando si riunì a Milano il Comitato militare per la formazione del movimento partigiano garibaldino. La denominazione venne scelta essenzialmente per tre motivi: il richiamo alla gran parte avuta nella storia del Risorgimento italiano da Garibaldi, il legame con la lotta antifascista in Spagna e la volontà di costituire unità combattenti, non formazioni di partito. Il fondo conserva documentazione del Comando Oltrepò pavese, del Comando della 3ª divisione Aliotta, delle brigate Matteotti, Capettini, Crespi e Casotti. In particolare, si segnala la presenza di alcuni diari storici delle suddette brigate e divisioni, recanti la cronologia e una sommaria descrizione delle azioni militari e della vita dei patrioti che vi presero parte. L’intervento di riordino ha rispettato la successione numerica progressiva originale, leggibile sulle fotocopie e stabilita dall’Istituto Gramsci di Roma, a eccezione dell’ultimo fascicolo, in cui sono confluite le carte non recanti alcuna segnatura. .

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di),Guida agli archivi dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nella Provincia di Pavia, in ;
Nota bibliografica: Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, Edizioni La Pietra, Milano, 1971, vol. I, pp.368-373

Compilatore: Case Chiara 15/07/2003; revisore Milani Carlo

Buste: 18

Fascicoli: 264

Il fondo, in continua crescita, raccoglie numerosi fondi personali e carte depositate in epoche diverse da protagonisti della Resistenza, dell’antifascismo e della storia pavese degli ultimi ottant’anni. Si tratta di documenti della più diversa natura (lettere, atti, riviste, fotografie, tessere) e di diversa consistenza. Tutto il materiale è suddiviso in fascicoli, ad ognuno dei quali corrisponde un nome di persona, che è riferibile o al raccoglitore della documentazione o al suo oggetto, ad eccezione delle fotografie e dei manifesti, che sono confluiti nelle rispettive sezioni di archivio.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo,Guida agli archivi dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione nella Provincia di Pavia, in Guida agli archivi della Resistenza, Roma, Mbca, 1983, p. 439

Compilatore: Case Chiara 2004

Buste: 4

Fascicoli: 21

Il fondo conserva 3608 carte in fotocopia, donate alla metà degli anni Ottanta dalla Sezione Anpi di Stradella, relative al periodo 1945 – 1952. In particolare, sono qui raccolti relazioni, verbali di congressi, documenti di segreteria, corrispondenza, atti riguardanti i reduci e la loro assistenza, carte e registri d’amministrazione.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di), Guida agli archivi dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nella provincia di Pavia, in Guida agli archivi della Resistenza, Mbca, Roma, 1983, p. 437

Compilatore: Case Chiara 15/12/2003

Buste: 3

Fascicoli: 23

Il fondo raccoglie la riproduzione fotostatica dei documenti relativi alla Resistenza in provincia di Pavia, i cui originali sono conservati presso l’Insmli di Milano nel fondo omonimo. Il fondo è stato reperito e, in seguito, depositato dal prof. Giulio Guderzo, ordinario di storia del Risorgimento presso la Facoltà di lettere dell’Università di Pavia e presidente dell’Istituto stesso. Consta di 1789 carte con comunicazioni, elenchi nominativi degli appartenenti alle formazioni, rendiconti finanziari e sugli armamenti, relazioni di operazioni di lotta armata, relative alle divisioni Aliotta, Gramsci, Matteotti, Masia, appartenenti al Corpo volontari della libertà e operanti nella zona militare dell’Oltrepò pavese, al Comando piazza e al Comando regionale lombardo. In aggiunta si sottolinea la presenza di testimonianze riguardanti i diversi Cln provinciali pavesi e le divisioni Gl. L’intervento di riordino ha inteso seguire la numerazione successiva precedentemente assegnata e già presente sui documenti in fotocopia, altrimenti si è proceduto a una sistemazione in ordine cronologico delle carte.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di),Guida agli archivi dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nella provincia di Pavia, in Guida agli Archivi della Resistenza, Roma, Mbca, 1983, p. 442;
Nota bibliografica: Guderzo Giulio,L’altra guerra – Neofascisti, tedeschi, partigiani, popolo in una provincia padana, Pavia 1943-1945, Bologna, Il Mulino, 2002, pp.852 ;
Nota bibliografica: Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, Edizioni La Pietra, Milano, 1971, vol. I, pp. 678-679.

Compilatore: Case Chiara 22/07/2003

Buste: 1

Fascicoli: 13

Il fondo, donato dalla famiglia Forni, consta di 540 carte, parte originali e parte in fotocopia. La documentazione riguarda Cesare Forni, protagonista della vita politica agli albori del ventennio fascista. Cesare Forni (Torino, 1890 – Milano, 2 luglio 1943) di famiglia di agrari, eroe di guerra, dopo aver abbandonato gli studi di ingegneria presso il Politecnico di Torino, entra a far parte delle squadre fasciste e diventa ben presto ras della Lomellina. Nel 1921, giovanissimo, viene eletto Segretario federale del Pnf della provincia di Pavia e, al momento della marcia su Roma e della presa del potere, è ispettore generale del triangolo industriale. Subito dopo, entra a far parte della corrente contraria alla normalizzazione dei fasci di combattimento e del partito in generale voluta da Mussolini e nel 1923 abbandona il Pnf. Nonostante ciò, rimane l’unico iscritto alle liste autonome a essere eletto deputato nel 1924, facendo accostare per sempre il binomio Pavia-dissidentismo. Il fondo conserva importanti testimonianze che, oltre a rendere nota la vicenda personale di Cesare Forni e i suoi rapporti con il Pnf nel periodo appena precedente e in quello immediatamente successivo all’omicidio di Giacomo Matteotti, tracciano un’efficace immagine del fascismo dissidente e di conseguenza anche della sezione vicina a Mussolini. Il materiale è composto dalla corrispondenza tenuta da Cesare Forni e da diversi ritagli di giornale. Si segnalano in particolare le numerose lettere, indirizzate a Forni, di felicitazioni per l’elezione a deputato e di condanna per l’aggressione subita alla stazione di Milano.

Compilatore: Case Chiara 01/10/2003

Buste: 1

Fascicoli: 14

Il fondo, donato mnel 1965 dal figlio di Ambrogio Casati, consta di 979 carte e di 2 fotografie. Casati (Voghera, 27 dicembre 1897 – 1977) fin dall’infanzia inizia a frequentare l’atelier dell’artista vogherese A. Piaggi. Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive presso l’Università di Pavia alla Facoltà di Giurisprudenza, che però ben presto abbandona per iscriversi all’Accademia di Brera a Milano. In seguito allo scoppio della Guerra, entra a far parte della fanteria in Trentino con il grado di sottotenente, per venirne poi congedato nel 1919 con il grado di capitano. Ripresi gli studi, si avvicina alla corrente futurista, che non abbraccerà mai completamente a causa della sua impronta fondamentalmente classicista. Tra il 1927 e il 1932 è a Parigi, dove frequenta i più importanti esponenti delle avanguardie artistiche. Dal 1937 al 1942 è ancora soldato in Libia. Dal dopoguerra continua invece la sua attività di scultore e pittore. Il materiale documentario è composto da monografie e varia documentazione, relativa alla lotta partigiana nell’Oltrepò pavese (informazioni sulla Sicherheits comandata da Fiorentini, rapporti e racconti di diversi partigiani, documenti del Cvl, Comando regionale lombardo, Comando zona Pavia) raccolta in occasione della stesura del volume: Storia della Resistenza in provincia di Pavia.

Nota bibliografica: Barioli Arturo, Casati Ambrogio, Cassinelli Marisa (a cura di), Storia della Resistenza in provincia di Pavia “Quaderni dell’Amministrazione provinciale di Pavia” Tip. popolare, 1959, pp.175

Compilatore: Case Chiara 25/09/2003

Buste: 1

Fascicoli: 5

Il fondo consta di 242 carte originali, raccolte e donate all’Isr di Pavia nel 1985 da Pietro Pizzoccaro(Pavia, -1987), ex popolare, iscritto poi al Circolo popolare cattolico di Pavia. Durante il ventennio e la Guerra fu antifascista e membro del Cln di Pavia. Nell’immediato dopoguerra fece parte della Commissione Economica del Cln per conto della Dc, da cui si dimise per protesta contro la scarcerazione dell’ex federale Naj-Savina proposta dalla Questura di Pavia. Il materiale raccoglie documenti relativi al Circolo popolare cattolico dei primi anni del Novecento, all’attività del Cln di Pavia tra il 1944 e il 1945, alla Dc degli anni 1940-1950, cui si aggiungono testimonianze personali e ritagli di giornale. L’intervento di riordino ha preferito mantenere l’ordine originale delle carte, ossia per aree tematiche, ognuna ordinata al suo interno in successione cronologica.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di),Guida agli Archivi dell’Istituto per la storia del Movimento di Liberazione nella provincia di Pavia, in Guida agli Archivi della Resistenza, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1983, pp.433-442

Compilatore: Case Chiara 15/10/2003

Buste: 1

Fascicoli: 13

Augusto Ferrari (Pavia 1886 – 9 luglio 1956), esponente del movimento cattolico pavese, socio del Circolo universitario San Severino Boezio e del Circolo popolare cattolico di Pavia, tra il 1914 e il 1920 è consigliere comunale e consigliere provinciale nel Mandamento di Pavia. Fondatore del Partito popolare di Pavia e segretario di sezione dello stesso, organizza nel settembre 1920 la festa dei lavoratori cristiani di Stradella, che provoca violenze da parte dei socialisti, e difende, come avvocato, gli antifascisti vittime di aggressioni delle squadre fasciste. Durante il fascismo ricopre l’incarico di vicepresidente diocesano di Azione cattolica e del Gruppo laureati cattolici di Pavia; dopo la liberazione è eletto nella Giunta provinciale di Pavia presso la Prefettura. Gian Paolo Ferrari (Stradella 1915), avvocato democristiano, componente del Cln provinciale di Pavia e poi assessore provinciale, ha donato le carte all’Istituto. Il fondo raccoglie documentazione originale sull’attività del Partito popolare italiano in provincia di Pavia durante la prima metà degli anni Venti, del Circolo universitario cattolico S.Severino Boezio, del Cln provinciale pavese nel 1945 e della Dc dal dopoguerra ai primi anni Sessanta (elezioni amministrative, convegni e congressi).

Compilatore: Case Chiara 01/10/2003

Buste: 2

Fascicoli: 42

Alfredo Turri (Pavia 1913 – 1988), collabora con Parri come collegamento tra Milano e i primi gruppi armati prealpini ed è vicino alle formazioni Gl. Alla liberazione viene designato questore di Pavia dal PdA, incarico che ricopre fino al 1946. Nel 1956 è tra i fondatori dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione di Pavia. Il fondo, in originale, è stato consegnato all’Istituto nel 1989. Il materiale comprendente relazioni, articoli e documenti vari, relativi all’attività della Questura di Pavia durante gli anni della seconda guerra mondiale, è in grado di fornire un chiaro quadro della vita cittadina e provinciale e, naturalmente, dei diversi provvedimenti ispirati al clima politico del momento. Si segnalano un memoriale mai inviato dal questore Turri al ministero degli Interni; la relazione finale della Commissione d’inchiesta sul funzionamento della Questura di Pavia dal 25 aprile 1945, l’elenco degli ufficiali che hanno prestato giuramento alla Rsi. Inoltre rivestono particolare importanza la documentazione riguardante le attività sovversive della provincia pavese, in cui si annoverano associazioni studentesche universitarie, articoli di giornale e manifesti, agitazioni e scioperi e le carte recanti informazioni sugli appartenenti e sulle azioni della Gnr.

NOTE:

Il fondo presenta come estremo cronologico finale l’anno 1988 perchè comprende anche ritagli di stampa successivi al periodo cui si riferisce la documentazione vera e propria e risalente al momento della scomparsa di Turri.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di),Guida agli Archivi dell’Istituto per la storia del Movimento di Liberazione nella provincia di Pavia, in Guida agli Archivi della Resistenza, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1983, pp.433-442.

Compilatore: Case Chiara 17/11/2003

Buste: 2

Fascicoli: 12

Il fondo consta di 1260 carte in fotocopia ed è stato donato dal fratello di Annibale Carena nel 1995. Carena (Treviglio, 1906 – Pavia, 1935) frequenta a Bergamo il Liceo ginnasio Paolo Sarpi. Da subito aderisce alla gioventù studentesca fascista, strada che non abbandona neppure in seguito all’iscrizione presso l’Università degli studi di Pavia alla Facoltà di Giurisprudenza. A Pavia, convittore presso il Collegio Borromeo, dimostra però un’apertura al dialogo anche con chi non ha la sua stessa visione politica, come dimostra la sua amicizia con il fucino Giovanni Battista Gazzaniga. Si iscrive al Guf pavese e collabora con testate periodiche fasciste della zona, quali “Il Campanaccio” e “Il Popolo”. Dopo la laurea in giurisprudenza, dato lo spiccato interesse per la politica internazionale, si iscrive e si laurea in Scienze politiche, con una tesi sulla Repubblica austriaca, in cui analizza gli spinosi problemi relativi alla volontà di un’aggressiva espansione ai suoi danni da parte della Germania hitleriana. Dopo un lungo soggiorno a Vienna, tornato in patria, rimane legato agli organi politici fascisti, diventando dapprima segretario del Guf pavese, e poi segretario federale della sezione del Pnf di Pavia e direttore de “Il Popolo”. Il materiale è composto da documenti personali, appunti preparatori per conferenze, discorsi pubblici e monografie, trattanti per lo più oggetti relativi ai rapporti internazionali e alla situazione austriaca.

Compilatore: Case Chiara 03/09/2003

Buste: 1

Fascicoli: 2

Il fondo consta di 692 carte, parte in fotocopia e parte originali, relative all’attività della Cooperativa di Consumo fra Lavoratori di Voghera e del Cln di Stradella, riportanti testimonianze su fatti svoltisi nella zona dell’Oltrepò Pavese a partire dai primi mesi del 1945 sino alla seconda metà degli anni Sessanta.

Compilatore: Case Chiara 03/09/2003

uste: 1

Fascicoli: 4

Il fondo consta di 557 carte in fotocopia, donate da Maurizio Sala Chiri all’Istituto. Mario Chiri (Pavia, 1883 – Roma, 1913) a seguito di un’educazione strettamente religiosa, entra a far parte della gioventù di Azione cattolica e in seguito partecipa alle attività del Circolo universitario cattolico S. Severino Boezio, mentre frequenta la Facoltà di giurisprudenza presso l’Università di Pavia ed è convittore presso il Collegio Ghislieri. Dopo aver conseguito la laurea nel 1905 con una tesi sull’associazionismo operaio, inizia a lavorare presso l’Ufficio del Lavoro di Pavia del ministero di Agricoltura industria e commercio. Dopo il trasferimento a Roma, morirà a soli 33 anni. Il materiale è composto dalla corrispondenza di Mario Chiri con la moglie Adele e da documenti relativi ai suoi studi presso l’Università di Pavia.

Compilatore: Case Chiara 03/09/2003

Buste: 1

Fascicoli: 5

Il fondo consta di 426 carte in fotocopia. Si tratta della documentazione relativa all’attività di varie cooperative operanti nella provincia pavese, quali la Cooperativa di consumo di Zerbolò, la Società di mutuo soccorso e di miglioramento fra i lavoranti panettieri di Pavia, l’Unione cooperativa di Zerbolò, la Lega di Resistenza fra contadini e braccianti del circondario di Pavia, le Cantine sociali riunite di Stradella, durante il periodo che si snoda dalla fine dell’Ottocento al primo ventennio del Novecento (verbali d’assemblea, tesserati, contabilità).

Compilatore: Case Chiara 31/07/2003

Buste: 1

Fascicoli: 3

Il fondo, acquisito nel 1987 dall’Isr di Pavia per donazione della famiglia Corgini, raccoglie materiale vario relativo alla figura di Ottavio Corgini, eminente economista e uomo politico di spicco del governo fascista, che fu sottosegretario all’agricoltura all’interno del primo governo Mussolini. Il fondo, formato da 1159 carte, in parte originali e in parte in fotocopia, riunisce diversi aspetti della vita di Ottavio Corgini, dalla laurea all’Università Bocconi di Milano, alle sue pubblicazioni su periodici internazionali, a informazioni sul fascismo dissidente e su Reggio Emilia durante il Ventennio.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di), Guida agli archivi dell’Istituto per la storia del Movimento di Liberazione nella provincia di Pavia, sta in

Compilatore: Case Chiara 03/09/2003

Buste: 1

Fascicoli: 18

Il fondo, che consta di 1595 carte in fotocopia, tratte da originali conservati presso l’Archivio dell’Opera Bianchi di Pavia, raccolte da Raffaella Gervasini nel corso della ricerca compiuta per la stesura della tesi di laurea dal titolo: Impegno spirituale e culturale femminile a Pavia negli anni 1945-1956 (Università degli studi di Pavia, aa. 1994/1995, relatore prof. A. Zambarbieri) conserva i verbali di adunanza di diversi organi formanti la Giunta diocesana di Pavia, i verbali di riunione e documenti vari relativi alla Fuci e alla Gioventù femminile di Azione cattolica, con particolare attenzione al Circolo universitario cattolico S.Severino Boezio. Si segnala, inoltre, documentazione relativa al vescovo Giovanni Battista Girardi in fotocopia dall’Archivio vescovile di Pavia.

Compilatore: Case Chiara 11/11/2003

Buste: 13

Fascicoli: 97

Il fondo è tratto da originali depositati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, nel fondo Ministero dell’Interno, Divisione Generale di Pubblica Sicurezza, Direzione Affari Generali e Riservati, raccolto durante una ricerca sistematica al fine della compilazione di una “Raccolta di fonti e notizie relative alla provincia di Pavia 1919-1948”. Il materiale consta di 8975 carte e raccoglie documenti di diverso genere, che testimoniano le operazioni di controllo dell’ordine pubblico svolte dal governo fascista. La documentazione è stata suddivisa in dieci serie: relazioni e rapporti riguardanti l’ordine pubblico in provincia di Pavia; partiti e associazioni sovversive di Pavia e provincia; Questura di Pavia e ordine pubblico; relazioni e carteggi dei Comandi centrali dei fasci della provincia di Pavia; Rsi e ordine pubblico nella provincia di Pavia; la Chiesa in provincia di Pavia durante il regime fascista; dissidentismo e antifascismo; sospetti sovversivi iscritti al Casella rio politico centrale; agitazioni e attività sindacale in provincia di Pavia; relazioni dei prefetti di Pavia.

Nota bibliografica: Lombardi Pierangelo (a cura di), Guida agli Archivi dell’Istituto per la storia del Movimento di Liberazione nella provincia di Pavia, in Guida agli Archivi della Resistenza, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1983, pp.433-442;
Nota bibliografica: Vascellaro Dario,Per una storia della Camera del Lavoro di Pavia dalla Resistenza al centro sinistra, Pavia, Università degli Studi, 1994, p.503.

Compilatore: Case Chiara 01/2003

Buste: 4

Fascicoli: 22

Il fondo raccoglie 3400 carte circa in fotocopia provenienti da originali depositati presso il National Archives of Washington. Il materiale, utilizzato come fonte per la pubblicazione del volume “L’altra guerra. Neofascisti, tedeschi, partigiani, popolo, in una provincia padana: Pavia 1943-1945” (cfr. nota bibliografica) riporta comunicazioni radio, corrispondenza e relazioni di operazioni militari compilate dagli alleati americani e riguardanti le azioni partigiane nella zona dell’Oltrepò pavese e della provincia di Pavia, nonchè del Milanese e nella zona di confine tra il Pavese e il Piacentino. Il fondo riporta anche i nomi in codice delle diverse operazioni.

Nota bibliografica: Guderzo Giulio,L’altra guerra: neofascisti, tedeschi, partigiani, popolo in una provincia padana: Pavia 1943-1945, Bologna, Il Mulino, 2002, pp.851

Compilatore: Case Chiara 03/2003

Buste: 2

Fascicoli: 14

Il fondo consta di 1259 carte e comprende documenti, in originale e copia, relativi alla vita e alla partecipazione al movimento di Resistenza di don Pierino Cristiani. Nato a Bagnaria nel 1912 da famiglia di commercianti, nel 1923 entra in Seminario a Tortona, dove è ordinato sacerdote nel 1936. Dopo essere stato parroco di Viguzzolo e di S. Matteo di Tortona, arriva a Nivione. L’8 settembre 1943 è cappellano delle Guardie di frontiera a Cuneo, dove, alla disgregazione del suo reparto, decide di prestare il suo aiuto ai militari dispersi e agli alpini reduci dalla Francia. Tornato a Nivione, nel maggio del 1944, con l’approvazione di monsignor Domenico Melchiorri, vescovo di Tortona, parte come cappellano della 51ª brigata garibaldina Arturo Capettini e poi della 3ª divisione Lombardia Diego Aliotta, con il nome di battaglia di don Rino. Il 25 febbraio 1945 viene arrestato dai tedeschi e portato a S. Vittore, dove rimane fino alla liberazione. Il 3 maggio 1945 assiste fino all’ultimo il colonnello Felice Fiorentini, capo della Sicherheits, condannato alla fucilazione dal Tribunale del popolo di Voghera. Nel dopoguerra è nominato parroco di Arena Po, dove resta fino alla morte nel 1995. La documentazione comprende documenti personali, corrispondenza e ritagli di giornale. Da segnalare i diari di don Cristiani e le notizie raccolte sul partigiano Angelo Ansaldi, meglio noto con il nome di battaglia di Primula Rossa.

Compilatore: Case Chiara 2004; revisore Milani Carlo 2010

Buste: 25

Fascicoli: 258

Teresio Olivelli nasce a Bellagio nel 1916. Dal 1934 al 1938 è tra gli iscritti alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia, e nel contempo alunno del Collegio Ghislieri. Ottenuta la laurea, nel novembre del 1938 viene nominato assistente effettivo alla cattedra di diritto amministrativo presso l’Università di Torino. Nel 1939 viene nominato littore per la dottrina del fascismo a Trieste e nello stesso anno vince una borsa di studio per la scuola di politica a Berlino. . Nel 1940 a Roma diventa segretario del Servizio Studi dell’Istituto Nazionale di Cultura Fascista; in seguito è nominato segretario della Commissione Studi e Legislazione del Pnf. Nello stesso anno è rappresentante del Pnf presso il Consiglio Superiore di Demografia e Razza presso il Ministero dell’Interno e membro della commissione giudicatrice ai littoriali di Bologna. Nel 1941 svolge il servizio di leva negli alpini e allo scoppio della guerra si arruola volontario, militando nella divisione Julia ad Aosta, nella Taurinense a Lucca e nella Tridentina a Trieste. Nel 1942 parte per il fronte russo, dal quale tornerà nel marzo del 1943. Dopo l’8 settembre viene catturato dai tedeschi e deportato in Germania, da dove riuscirà a fuggire e a rientrare in Italia nell’ottobre del 1943. Sceglie la strada della lotta partigiana, muovendosi quale informatore tra Milano e Brescia e diventando il fondatore della rivista clandestina “Il Ribelle”. Il 27 aprile 1944 viene catturato a Milano e imprigionato a S. Vittore viene quindi trasferito nel campo di concentramento di Fossoli, presso Carpi. Nell’agosto del 1944 è trasferito a Bolzano e il 5 settembre parte per la Germania, con destinazione il lager di Flossemburg. Qui, grazie alla sua buona conoscenza del tedesco, si offre come interprete. Nel novembre viene però trasferito nel campo di eliminazione di Hersbruck dove, a seguito di percosse ricevute, muore il 12 gennaio del 1945. Teresio Olivelli è stato in seguito insignito della Medaglia d’oro al valor militare ed è in corso la sua causa di beatificazione. Il fondo, giunto all’Isr di Pavia in stato di totale disordine, è stato in seguito riordinato per argomenti, secondo la struttura sopraindicata. Il fondo, donato da Maria e Claudia Magenta nel 1989 all’Isr di Pavia, contiene materiale vario, suddiviso in venti serie: Corrispondenza di Teresio Olivelli in originale; Corrispondenza di Teresio Olivelli in copia; Scritti e appunti di Teresio Olivelli; Carte personali di Teresio Olivelli; Prigionia; Commemorazioni e riconoscimenti postumi; Corrispondenza di Mons. Rocco Invernizzi; Appunti e bozze di Mons. Rocco Invernizzi per una biografia di Teresio Olivelli; Corrispondenza della famiglia Olivelli; Documentazione prodotta o raccolta da Baratti Attilio; Documentazione prodotta o raccolta da Caracciolo Alberto; Documentazione prodotta o raccolta da Dordoni Franco; Documentazione prodotta o raccolta da Mons. Dughera Luigi; Corrispondenza di padre Gemelli Agostino; Corrispondenza di Pellizzi Camillo; Testimonianze su Sartori Claudio; Raccolta di testimonianze; Documentazione prodotta o raccolta da Maria e Claudia Magenta; Ritagli di stampa; Varie.

Compilatore: Case Chiara e Zelaschi Anna

Buste: 29

Fascicoli: 71

Augusto Vivanti nacque a Pavia nel 1893. Dopo aver frequentato il Liceo Foscolo di Pavia, intraprese gli studi universitari in Giurisprudenza, interrotti nel 1915 quando fu chiamato alle armi e inviato in Libia, da dove fece ritorno nel 1919. Al rientro terminò gli studi in Legge, per conseguire poi una seconda laurea in Scienze economico-sociali. Dal 1925 al 1946 organizzò gli incontri del Globus Gafforianus Papiensis, circolo privato composto da ex studenti pavesi con intenti culturali, musicali e satirico-gogliardici. Dal 1921 al 1943 fu segretario e successivamente direttore dell’Unione industriali di Pavia, incarichi in cui mise a frutto le sue doti di organizzatore di eventi. La carriera lavorativa venne bruscamente interrotta a causa delle origini ebraiche della sua famiglia: nel 1943, a causa dell’attacco subito sulle pagine del quotidiano “Il Popolo Repubblicano”, fu costretto ad abbandonare il lavoro e la città, rifugiandosi a Roma sotto falso nome. Dopo essere riuscito a fuggire a seguito di un arresto, entrò al servizio delle forze alleate col grado di maggiore fino all’aprile del 1945, quando riuscì a rientrare a Pavia a seguito dell’esercito americano. Dal 1947 al 1953 fu direttore delle Terme di Acqui, quando si trasferì a San Remo in qualità di direttore delle “Aziende Turistiche Alberghiere” e del Casinò. Nel 1955, rientrato a Pavia, diventa responsabile delle pubbliche relazioni della Necchi. Fu anche consigliere della Società Pavese di Storia Patria dal 1961 al 1978. Negli anni ’60 fondò l’Alat, Associazione laureati ateneo ticinense, inoltre, fu presidente degli “Amici dell’Arte” e presidente del comitato pavese dell’Istituto per la Storia del Risorgimento. Augusto Vivanti morì a Pavia il 18 gennaio 1981. Il fondo è stato donato nei primi anni ottanta.

Compilatore: Zelaschi Anna 2005